venerdì 19 giugno 2009

-23,4% le nuove erogazioni rispetto al primo trimestre 2008

Un po' di crisi si sente:

Il primo trimestre 2009 è stato infatti drammatico sul fronte dei mutui immobiliari: -23,4% le nuove erogazioni rispetto allo stesso periodo 2008. La ripresa delle erogazioni alle famiglie nel biennio 2010-11 dovrebbe essere guidata dalla vivacità del credito al consumo il cui peso sul totale delle erogazioni è previsto in crescita dal 21% al 23%. Andranno incontro a una stabilizzazione invece le quote dei prestiti per l'acquisto della casa (49%) e le altre tipologie di crediti (28%).
via MilanoFinanza

giovedì 14 maggio 2009

Ritorna la richiesta del variabile

Ormai la tendenza è chiara: dopo un lungo periodo di ribassi dei tassi e in particolare del principale indice per i mutui, l'euribor, sempre più persone scelgono il tasso variabile. In questo periodo risulta anche molto conveniente comprare casa, grazie all'abbassamento dei prezzi di mercato.

lunedì 9 marzo 2009

Diminuiscono i tassi interbancari

Tassi interbancari in continua discesa, ormai ai minimi storici. Tocca l'1,7% l'euribor a 3 mesi, vedi i grafici, il principale riferimento per il calcolo delle rate del mutuo.
Anche il tasso medio sui nuovi prestiti bancari alle famiglie è sceso al 4,78% dal 5,08% di dicembre.

Era da ottobre 2006 che non si vedevano questi valori, quando il tasso medio era del 4,74%.

Buonissime notizie perciò per chi ha un mutuo variabile. Anche chi sta pensando di comperare casa si trova in un momento favorevole dato che al calo dei tassi si sta sommando anche una diminuzione del prezzo di acquisto degli immobili.

venerdì 13 febbraio 2009

Lo spread aumenta e per il momento sembra difficile diminuirlo

Ecco cinque interessanti osservazioni sui tassi e sui comportamenti delle banche, da consumatori-oggi.it:

  1. rispetto allo scorso ottobre diminuiscono i tassi bancari ma aumentano gli spread
  2. il tasso variabile e’ meno costoso e se “agganciato al tasso BCE diventa mediamente tranquillo
  3. l’euribor si sta attestando verso il basso “e vicino alla quotazione del tasso BCE
  4. la “crisi che stiamo attraversando e’ una di quelle tempeste che fa navigare a vista"
  5. oggi ottenere un mutuo e’ piu’ difficile rispetto ad un anno fa. I criteri valutativi si sono ristretti e gli spread aumentano
La conclusione è già nel titolo: lo spread aumenta e per il momento sembra difficile diminuirlo.

sabato 31 gennaio 2009

Fatica a scendere il tasso fisso - gennaio 2009

Il tasso fisso, spesso preferito per la sicurezza della rata, fatica a scendere. Il sole 24 ore riporta i tassi piu cari:

Tasso Fisso (comprensivo degli interessi e di altri eventuali oneri accessori):

  • Bnl propone un tasso fisso del 6,04%
  • UniCredit Banca di Roma 5,95%
  • Banca Sella 5,94%
  • Intesa Sanpaolo 5,85%
Come vediamo, per queste proposte si viaggia attorno al 6% e questo nonostante il grafico euribor continui a scendere. L'inerzia del tasso fisso è sicuramente spiegabile dalla sua stessa natura di indice rappresentativo di un orizzonte temporale molto ampio, tuttavia l'ampia differenza con il principale indice di riferimento segnala una notevole (forse eccessiva) prudenza da parte delle banche.

martedì 13 gennaio 2009

Grafico Euribor 2009


Grafico Euribor 2009


Per vedere i grafici a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi, andare qui:

domenica 11 gennaio 2009

Tetto del 4% - il mutuatario deve essere tenuto indenne dai ritardi

Ecco che arrivano i primi risultati del calo euribor:

L'euribor diminuisce e la rata anche.
Come esempio, risparmia fino a 175 euro al mese chi ha un mutuo da 100.000 euro / 30 anni.

Tetto del 4% - il mutuatario deve essere tenuto indenne dai ritardi
"Dal primo gennaio, infatti, é entrata in vigore la disposizione contenuta nel decreto anti-crisi approvato a fine novembre che introduce un tetto del 4% alle rate del mutuo a tasso variabile, al di sopra del quale interviene lo Stato accollandosi la differenza di interessi. Una disposizione che si applica per tutto il 2009 alle rate dei mutui in essere prima del 31 ottobre 2008 e che, al momento della sottoscrizione, prevedevano un tasso inferiore a questa soglia: in linea di massima cioé quelli stipulati fra il 2003 e metà 2006. In questo modo, ad esempio, un mutuo trentennale da 100.000 euro contratto nel 2003 ad un tasso dell'1,96% con uno spread del 2%, oggi sconterebbe un interesse del 4,69%, con una rata di 518 euro. Il mutuatario, con il tetto del 4%, pagherà soltanto 478 euro (risparmiando quindi 40 euro), mentre la differenza finirà a carico dello Stato. E, in caso di eventuali lentezze nell'applicazione della nuova norma, il Ministero dell'Economia ha spiegato che "il mutuatario deve naturalmente essere tenuto indenne da ogni effetto di tali ritardi"." (fonte ansa)