venerdì 25 gennaio 2008

Rinegoziazione

Rinegoziare oppure no? Amletico dubbio al quale molti hanno già risposto con un si.
Anche se non tutti gli istituti di credito hanno creato le condizioni per richiedere la rinegoziazione (nonostante i chiarimenti dell'Abi e della legge Finanziaria che ha ribadito come la rinegoziazione del mutuo debba avvenire a costo zero per il mutuatario) tra chi lo ha fatto ed è andato così incontro alle richieste dei suoi clienti si può citare (fonte ilsole24ore):

  • Intesa Sanpaolo: nei mesi scorsi già 11 mila clienti titolari di un mutuo a tasso variabile hanno rinegoziato gratuitamente il proprio contratto di mutuo. In particolare, chi è titolare di un mutuo Intesa Sanpaolo a tasso variabile può rinegoziare la durata del finanziamento allungandola fino ad un massimo di 40 anni, mentre su tutti i mutui casa erogati a partire dal 1° gennaio 2008, sarà possibile sospendere il pagamento delle rate fino a 3 volte e ogni volta fino a 6 mesi.
  • UniCredit Banca per la Casa: le rinegoziazioni stanno aumentando in modo esponenziale: se ne contano già circa 20 mila
  • infine anche Banca Sella ha riscontrato un notevole aumento delle richieste di rinegoziazioni

Un dato da prendere in considerazione è certamente l'ammontare della rata che, in caso di mutuo a tasso variabile, dipende quasi certamente in modo diretto dall'euribor.

giovedì 17 gennaio 2008

Estinzioni anticipate dei mutui

Da un'analisi dell'associazione bancaria italiana (Abi) emerge un'esplosione delle estinzioni anticipate dei mutui: più 40% nei primi nove mesi del 2007 per un totale di 50mila pratiche mentre le rinegoziazioni sono state 42mila.

Del resto anche per i nuovi mutui si preferisce il tasso fisso: a giugno 2007 oltre il 50% delle nuove erogazioni di mutui è stata stipulata a tasso fisso, contro il 18% dello stesso periodo dell'anno precedente.
Più costoso ma non soggetto a variazioni.

Nella scelta tra fisso e variabile bisogna tener conto anche delle tendenze dei tassi: L'Abi conferma anche le previsioni per l’Euribor: a un mese si attesta al 4,2% mentre quelli a sei mesi e a un anno sono inferiori al 4,6% (come già anticipato in questo grafico)

Infine un'occhiata oltreoceano. Scopriamo che negli Usa sono meno ottimisti: il presidente della Fed, Ben Bernanke, parlando alla Commissione budget della Camera, calcola in cento miliardi di dollari i danni provocati dalla crisi dei mutui subprime. Cifra che, avvisa, è provvisoria e potrebbe "ancora salire".

domenica 13 gennaio 2008

Tassi interbancari - Euribor a 3 mesi - gennaio 2008

Una buona notizia per l'Euribor
Le iniezioni di liquidità straordinaria che la Banca centrale europea (Bce) ha effettuato a metà dicembre (348,6 miliardi di euro) hanno allentato le tensioni di fine anno e raffreddato i tassi interbancari:

  • L'Euribor a un mese è sceso al 4,20% (aveva raggiunto quota 4,95% il 12 dicembre)
  • L'Euribor a 3 mesi è attorno al 4,60%
Inversione di tendenza sui tassi ma la cautela resta d'obbligo
il livello ben più elevato dell'Euribor a 3 mesi, in calo rispetto ai massimi di dicembre ma sempre attorno al 4,60%, non lascia spazio a illusioni. All'orizzonte resta infatti la minaccia della diffusione dei bilanci annuali delle banche: se questi dovessero riservare sorprese negative sul fronte svalutazioni c'è il rischio di una nuova ondata di sfiducia in un sistema già indebolito dalla crisi subprime. E a esserne influenzati, proprio come lo scorso agosto e in autunno, sarebbero prima di tutto quegli Euribor che in definitiva rappresentano i tassi ai quali le banche sono disposte a prestarsi denaro l'una con l'altra e ai quali guardano tutti gli italiani che hanno contratto un mutuo a tasso variabile.

Aggiornamento 23/01/2008: l'euribor a 3 mesi scende ancora:
Vedi anche:

martedì 8 gennaio 2008

Novità gennaio 2008

Crescono le sofferenze. Alcuni dati:

  • come riporta lastampa.it, in un anno, da ottobre 2006 a ottobre 2007, le « sofferenze» sono cresciute dell’8,45% a circa a 11 miliardi di euro
  • a ottobre 2007 il rosso delle famiglie è salito a 11,292 miliardi di euro, 880 milioni in più dei 10,412 mld di un anno prima.
  • il credito vantato dagli istituti si è gonfiato di ulteriori 1.682 milioni, facendo lievitare il conto dai 47.728 milioni di ottobre 2006 ai 49.410 milioni di ottobre 2007: ma in termini percentuali la crescita è stata del 3,5%, quindi due volte e mezzo più bassa dell’ 8,45% delle famiglie consumatrici.

Il dato relativo alle sofferenze delle famiglie è complessivo e non consente di estrapolare le diverse voci che danno corpo alla difficoltà. Ma, certamente, l’aumento dei tassi di interesse a livello internazionale, ha fatto lievitare il costo delle rate, soprattutto per i mutui.

Gli interessi dei mutui immobiliari

  • Gli interessi richiesti sono saliti da una media del 4,82% del novembre 2006 al 5,71% dello scorso ottobre (con una stima di lieve rallentamento al 5,66% nel mese di novembre 2007). L’incremento è stato di 0,84 punti.
  • Più contenuta la crescita è stata sui prestiti superiori ai 10 anni, in gran parte rappresentati da mutui immobiliari: si è passati dal 5,29% del novembre 2006 al 5,83% dello scorso ottobre (0,54 punti).
  • Il totale dei mutui per l’acquisto di un’abitazione con durata superiore ai 5 anni, a novembre scorso, ha sfiorato i 265 miliardi di euro, passando in particolare dai 239.392 milioni di novembre 2006 a 264.125 milioni. La crescita delle richieste ha così segnato un incremento di 24.733 milioni, in 12 mesi, in altri termini un balzo in avanti del 10,3%

Dagli Usa una previsione: la crisi dei mutui non e' finita, gli investitori restano cauti:

Washington, 07 gen - In questo difficile momento per i mercati finanziari, gli investitori continueranno a rimanere cauti nei confronti del settore dei mutui, almeno fino a quando non riterranno che i prezzi si siano stabilizzati. Lo ha sottolineato il segretario Usa al Tesoro, Henry Paulson. Gli investitori sono particolarmente riluttanti nei confronti dei mutui subprime e dei mutui jumbo: la crisi dei mutui, ha spiegato il segretario al Tesoro, senza dubbio non e' ancora terminata e occorre prepararsi a vedere nuovi deprezzamenti degli attivi delle banche. In questo momento per l'amministrazione Bush la priorita' e' quella di minimizzare l'impatto della crisi dei mutui sull'economia reale del paese, ammettendo pero' che non e' un problema di semplice soluzione. Paulson ha ribadito che, dopo anni di insostenibili incrementi dei prezzi dell'immobiliare, la crisi era inevitabile, precisando che in questo momento l'amministrazione Bush sta lavorando per evitare che la crisi dei subprime possa far arrivare al "fallimento del mercato". La situazione italiana è diversa. E' comunque utile fare riferimento agli Stati Uniti data la loro l'influenza sul mercato mondiale.

Vedi anche: